Vinitaly 2019, guida ai 22 assaggi sicuri fra bollicine, rosè, bianchi, rossi e passiti
Care lettrici, cari lettori, anche quest’anno Wining gioca d’anticipo e vi propone i consigli per una ventina di assaggi sicuri, assolutamente da non perdere, al prossimo Vinitaly (7-10 aprile a Verona).
Avete un solo giorno a disposizione e non sapete quali etichette assaggiare? Niente paura, ecco pronta per voi la guida utile per degustare quei vini che – secondo noi – meritano un’attenzione particolare, fra tipologie in ascesa o da far conoscere meglio perché talvolta (a torto) dimenticate. Tutte bottiglie che noi di Wining abbiamo degustato nel corso dei numerosi eventi enologici in giro per l’Italia.
Bene! Immaginate di dover preparare la carta dei vini di una cena “extra large”. Ecco pronto l’ordine di servizio, da perfetto sommelier. Si parte ovviamente con le …
5 ETICHETTE A TUTTO SPARKLING
Della tipologia di vino Made in Italy più venduta al mondo, ho scelto il Prosecco La Tordera Cartizze Dry DOCG Superiore che prende il nome dall’omonimo colle vicino al comune di Valdobbiadene. Svela note di pera, mela verde, fiori di glicine e accenni di nocciola. Il primo sorso strizza l’occhio al secondo. Il suo punto di forza è la freschezza. Non il “solito” Prosecco: un bel metodo Martinotti, con un paio di marce in più. (Pad. 8 stand 12-13)
C’è Metodo Classico e Metodo Classico. Per andare sul sicuro ve ne propongo tre di qualità elevatissima. Prima andiamo in Trentino con Maso Martis Madame Martis Brut Riserva 2009 per deliziarsi con la classe del Trentodoc ai massimi livelli. Nove anni di lunghissimo affinamento in bottiglia sono garanzia di stile e complessità. 70% Pinot Nero, 25% Chardonnay, 5% Meunier. Finissimo nel perlage, rapisce con il suo bouquet di pasticceria, pompelmo rosa, kiwi, pane tostato, menta e liquirizia. Il sorso rivela tutta una verve minerale spavalda che avvolge e coccola a lungo, grazie a freschezza e sapidità a profusione. Solamente mille bottiglie tutte numerate in commercio, corredate da elegante calza. (Pad. 10 – stand B3)
In terra di Franciacorta c’è l’imbarazzo della scelta: ovunque andiate, cascate benissimo! La mia preferenza va questa volta alBarone Pizzini “Naturae” 2015. Una bollicina “selvaggia” e salmastra prodotta dalla prima cantina a produrre Franciacorta da viticoltura biologica. Normale che sia così, dato che è frutto di uve coltivate su terreni calcarei, in particolare dal vigneto più elevato, a Pian delle Viti (nomen omen). Chardonnay 60% e Pinot Nero 40%, sui lieviti per almeno 30 mesi. Un calice che ti dà la sveglia, appagante, senza mezzi termini. (pala expo – stand D16)
Ci spostiamo a nord-ovest con un sorprendente e suadente Enrico Serafino Brut Alta Langa DOCG, assaggiato pochi giorni fa ad una degustazione brillantemente organizzata dalla Fisar di Roma. Ci sono le mani sapienti di Paolo Giacosa e Beppe Caviola, due enologi di razza, dietro questo spumante di “Alta Classe”. Un’autentica sorpresa, ma anche la conferma delle potenzialità di una tipologia, l’Alta Langa, meritevoli di standing ovation. Perlage molto fine e persistente, sa di spezie aromatiche, liquirizia, mela verde, pesca gialla, nocciole e crosta di pane. In bocca molto fresco, intenso, morbido, avvolgente, di lunga gittata. 80% Pinot Nero, 20% Chardonnay. 42 mesi sui lieviti. (Pad. 10 – stand G1).
Torniamo a nord-est per sorseggiare una tipologia di bollicine in grande ascesa nei gusti degli appassionati, ilLessini Durello. Orsù, bevete il Sacramundi Classico 36 di Giorgia Mettifogo (e family), la giovane e vulcanica donna al comando di questa azienda innovativa di Chiampo nel Vicentino. Andate a farle visita allo stand e degustate i suoi vini. Di questo Lessini Durello non vi pentirete. Si chiama “36” per ovvi motivi: l’affinamento è di 36 mesi sui lieviti. Note di arancia candita, pesca gialla, albicocca e crosta di pane, sinuoso e avvolgente come le carezze di una donna. Bel finale di frutta esotica a proiettarvi nell’immaginario in riva a una spiaggia dei tropici. Tutta la forza dell’uva Durella nel calice! (Pad. 5 – stand F7)
4 BIANCHI TERRITORIALI
Restiamo a nord-est ma torniamo su alte vette con il Troy 2015 di Cantina Tramin. Un signor Chardonnay di montagna (chissà perché apprezzo sempre più i bianchi d’alta quota!) dai profumi ampi e intensi che confermano come questa cantina cooperativa non sbagli mai un colpo. Ogni vino è un successo e … non passa mai inosservato. E’ delicato e possente al tempo stesso, fra sentori floreali di rosa, mango, banana, punteggiate da camomilla, menta e un tocco di mandorla. In bocca prevale la freschezza ben fusa ad una piacevole mineralità salina. Per i curiosi: “Troy” nell’antica lingua tirolese significa “sentiero”. (Pad. 6 – stand B2)
Terra di vini in quantità, ma anche in qualità, l’Emilia Romagna è da sempre al padiglione numero 1 del Vinitaly. Preferiamo un bell’Albana di Romagna Secco Amedeo 2017 di Zavalloni
nel quale si apprezza il vitigno Albana al suo stato puro. Fra fiori d’arancio, sensazioni minerali pronunciate, sambuco e quella verve al palato che si allunga su una sapidità spiccata, elegante, lunga, nervosa. Un Albana vellutato e focoso al tempo stesso. (Pad. 1 – stand D9/ C12,C13).
Eccoci ora nelle Marche, terra di bianchi, con fragore! Non un Castelli di Jesi, questa volta, bensì un Verdicchio di Matelica, con un campione di razza: il Monacesca – Riserva Mirum DOCG 2016,
profumatissimo, con le sue note di pompelmo e mela, biancospino ed erba tagliata, dal gusto sapido, ricco di frutto, dinamico, di perfetta qualità prezzo. La prova provata che per bere bene non è necessario aprire un mutuo. (Pad. 7 – stand D9)
Puntando a Sud, in Campania, non si può davvero fare a meno di bere un calice del Greco di Tufo Vigna Cicogna DOCG 2017 di Benito Ferrara. Gabriella Ferrara e il marito Sergio lavorano sono proprio lì dove il Greco trova la sua componente sulfurea, dove le vigne sono allevate su terreni con venature tufacee, che si ritrovano al naso con piacevoli note di zolfo. Tuttavia il Vigna Cicogna, cru di una vigna di quasi 60 anni, trova un equilibrio piacevole con le note dolcemente fruttate di albicocca matura. Al palato ha una sapidità ed una freschezza immediata, che rendono questo vino agile, elegante, con ritorni di salvia ed erba fresca. “Il Vigna Cicogna è per noi il Greco di Tufo per eccellenza”. (Campania – Avellino)
2 ROSATI FRESCHI E PROFUMATI
Dalla tanto (a torto) trascurata categoria dei rosati proponiamo due vini. Uno a Nord, l’altro a Sud. Vale la pena assaggiarli a 10-12 gradi al massimo di temperatura per apprezzarne la vivacità di beva. Come questo bel Bardolino Chiaretto 2018 di Albino Piona (uve Corvina, Rondinella e Molinara) dai profumi floreali e di frutta fresca, dal gusto così delicato che la bottiglia a tavola – ne siamo certi – finirà presto. Perfetto con antipasti di crudo di pesce. (Pad. 4 – stand C6).
Dalla Puglia risponde Leone De Castris con il suo Five Roses Anniversario Salento Igt Rosato 2017
che rapisce per il suo bel colore rosa cerasuolo brillante. Ma c’è molto altro. C’è un bouquet intenso di rose fresche, ribes, mirtilli e c’è la freschezza integrale al palato, ricca e inesauribile. Five Roses Anniversario è stato prodotto per la prima volta con la vendemmia del ’93, in occasione dei 50 anni del Five Roses. Principalmente da uve. La Puglia è la terra dei migliori rosati: questo non delude mai! (Pad. 7 – stand E5)
8 ROSSI DI GRAN CLASSE
Gianfranco Alessandria – Barolo San Giovanni DOCG 2014
Una piccola realtà nel comune di Monforte d’Alba, oggi gestita interamente da Gianfranco Alessandria. Dal Cru San Giovanni provengono le uve dalle quali viene prodotto questo Barolo che affina in barriques. Profumi di frutti rossi maturi, mora, note minerali di grafite , lavanda, tabacco e viola, su sottofondo tostato. Sorso ampio e strutturato, fine, elegante, con tannino di gran foggia. Un Barolo che può sfidare il tempo. (Pad. 10 – stand L3)
Uccelliera – Brunello di Montalcino DOCG 2014
Fra i migliori dall’ultimo Benvenuto Brunello. Naso che vira su note evolute, di caffè, cuoio, tabacco, frutti di bosco. Tanto frutto al sorso. E’ intenso, corposo, fresco, persistente, avvolgente, dinamico. La creatura di Andrea Cortonesi svela nel calice “tanta roba” e non si vergogna affatto di metterla in bella mostra. (Pad. 9 – stand B4)
Bindi Sergardi – Chianti Classico Riserva Calidonia DOCG 2015
Dalla zona di Castelnuovo Berardenga, un esempio fulgido del vino rosso toscano apprezzato in tutto il mondo. Naso ampio, speziato, di rosmarino e chiodi di garofano. Al palato è avvolgente, fresco, rotondo, con tannini setosi, gradevole, persistente. Un rosso “al femminile” in cui prevale l’eleganza. (Pad. 9 – stand A8)
Zeni 1870 – Amarone Classico della Valpolicella DOCG “Vigne Alte”
Vigneti e cantina a Fumane, vicino alle cascate di Molina. Ecco un Amarone possente, stile tradizionale, dalle note già evolute di chicchi di caffè, tabacco, cioccolato fondente, pepe nero, su sfondo balsamico. Tanti colori al naso e tanta intensità al gusto, grintoso, avvolgente, di grande freschezza, e tannini levigati. Quanta sostanza e quanto fascino nel calice! (Pad. 5 – stand G2)
Cataldi Madonna – Montepulciano d’Abruzzo Malandrino DOC 2017
12 mesi in acciaio e in cemento. “Malandrino” è un vino che non conosce legno e però esprime tutto il carattere autentico del vitigno, non accettando contaminazioni di sorta. Apprezziamo allora la frutta rossa fresca, i fiori di violetta, il pepato e un sorso gioviale, polposo, ricco di freschezza e sapidità, ma senza strafare. (Pad. 12 – stand E5-F5)
Basilicata – Elena Fucci Titolo 20 anni
Non solo un vino commemorativo: nel calice trovate tutta l’energia, la passione, la competenza che Elena Fucci ha saputo regalare al suo vino. Una sorpresa? No, una certezza se considerate che con il suo Titolo, l’unico vino “annata” prodotto, non ha mai sbagliato un colpo. Questo 20 anni lo definisco un Aglianico del Vulture vulcanico, minerale, “stratosferico” al gusto e agli aromi. (Pad. 12 – stand A2)
Bene! Palato stanco? Naso confuso dal ventaglio di odori? O più semplicemente, avete le caviglie a pezzi. Fate una pausa di mezz’ora, sedetevi e concentratevi. Siamo al rush finale e ne vale davvero la pena.
Tenute Bosco – Vigna Vico Etna Rosso DOC 2015
Non può mancare la Sicilia, rappresentata alla grande dal territorio più magico e misterioso: l’Etna. Fra i tanti, numerosi esempi di etichette di altissimo livello, ho scelto questa di una cantina emergente ma dal futuro assicurato. Il Vigna Vico nasce da uve Nerello Mascalese allevate in vigne pre fillossera. E’ sabbioso, minerale, fumé. Poi vira sullo speziato, sui frutti di bosco, sulla matrice ferrosa. Punta sull’eleganza, non sull’intensità. Davvero molto … femminile! (Pad. 2 – stand 10A)
Sella & Mosca – Terre Rare Carignano del Sulcis DOC 2016
Terre Rare nasce dai vigneti di Carignano allevati ad alberello nel basso Sulcis. Al naso regala profumi di ribes, more e ciliegie fresche, e poi di rose rosse e note lievemente speziate di cannella e di chiodi di garofano. In bocca è di buona struttura, sapido, dai tannini levigati e dal sorso bilanciato. Uno di quei rossi che … finisce subito. (Pad. 8 – stand B6)
2 PASSITI E UN … FUORI QUOTA
Petrussa – Bianco Pensiero 2015 Venezia Giulia IGT
Un vino bianco passito che esprime alla perfezione le potenzialità del Verduzzo, autoctono friulano. L’influsso benefico della muffa nobile si avverte solo nelle annate favorevoli: la 2015 è una di queste. Profuma di mela verde, pompelmo rosa, miele di castagno, litchi, zenzero. E’ intimamente salmastro, rotondo, ricco di sfaccettature al gusto. Sorso persistente. E’ uno dei pochi esempi di bianchi tannici. (Pad. 6 – stand C8)
Cantine Viola – Moscato Passito di Saracena 2017
Uno di quei passiti del Sud che lasciano a bocca aperta ma … per noi non è più una sorpresa. Anzi! Nel calice è un bel mix di pesca gialla, albicocca, fichi secchi, datteri, nocciola, miele di acacia. Ma se lo annusate dopo un po’ aggiunge altri profumi. In bocca dolce non stucchevole, intenso, concentrato, una grande esplosione di sole e sapori. (Pad. 12 – stand A5-E6)
Francesco Intorcia – Marsala Vintage 1980 Riserva Secco
35 anni in fusti di rovere e non sentirli! Uve Grillo al 100%, classe cristallina allo stato puro. Un Marsala della tradizione, con evidenti note fruttate ed agrumate, di frutta secca e sotto spirito, fichi secchi, mandorle tostate, scorza d’arancia. Il gusto è secco, caldo e morbido con una perfetta corrispondenza delle sensazioni profumate all’olfatto. Di grande freschezza con un finale sapido quasi salmastro. Un vino elegante, complesso, strutturato e persistente. E’ impressionante come riesca a cambiare in continuazione, ad ogni annusata del calice. “Camaleontico”. (Pad. 2 – stand 55C-58D)
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